Quest'anno mi sono dedicata alla scoperta di una piccola parte di Cuba. Io ed Alessandro abbiamo visitato la parte nord dell'isola.
La prima tappa: La Habana. Una città dai mille volti surreali, con edifici fatiscenti nel loro lato esteriore ma curati al loro interno e soprattutto coloratissimi. La nostra visita è cominciata dalla Plaza De La Revolucion, col monumento a Josè Marti, e i palazzi omaggianti Che Guevara e Fidel. Gli striscioni ineggianti alla rivoluzione socialista, i clacson che suonano in continuazione, i gas di scarico delle auto storiche, fossili dell'embargo americano. Tutto è davvero come si legge che è e subito si ha l'impressione di un grande vuoto. Manca tutto ai nostri occhi: i negozi non hanno cura delle vetrine, i supermercati vendono forse un quinto dei nostri e sono riservati ai pochi che se li possono permettere.
Con il simpatico Coco Taxi, ci siamo fatti un giretto nel Vedado e Nuovo Vedado (i quartieri americani) e ci siamo fatti scaricare nel Centro Habana. Tra le varie curiosità che ci hanno raccontato, quella delle targhe delle auto e quella delle religioni prevalenti. Di targhe ne esistono di 8 diversi colori: le bianche sono quelle della polizia e dei ministri; le verdi, quelle dell'esercito; l'arancione, quella degli stranieri o dei cubani residenti all'estero ma che lavorano a Cuba; quelle nere sono dei veicoli dei diplomatici o di coloro che lavorano nelle ambasciate o nei consolati; le targhe gialle sono private dei cittadini; le azzurre, quelle dei dipendenti pubblici. Inoltre ci sono quelle marroni che sono degli impresari delle imprese governative e le rosse sono quelle che si trovano nelle auto affittate ai turisti. Religiosamente parlando, diversamente da come noi l'avevamo percepita (e cioè, avevamo considerato la religione una cosa piuttosto secondaria nella vita dei cubani), ci hanno detto che i cubani sono prettamente cattolici ma segue al secondo posto ed è sempre crescente la "Santeria" ovvero l'insieme dei riti pagani, prevalentemente diffusi tra i creoli.
Raggiungiamo il Malecòn (il lungo mare) e percorrendone un pò a piedi, passiamo davanti all'ambasciata americana e raggiungiamo il Centro Habana. Lì ci perdiamo nella scoperta delle varie viuzze che circondano il Capitolio e il Prado e poi ci immergiamo nell'Habana Vieja (vero fulcro del turismo e dei gruppi organizzati.) Lì avevamo una missione importante: portare a due signori anziani uno spicchio di parmigiano reggiano che un collega di Alessandro aveva promesso ai due osti dai quali aveva pernottato pochi mesi primi. Le loro facce erano sorpresissime ed incredule e questo stop ci ha permesso di tirare un sospiro di sollievo dall'afa del pomeriggio cubano (le ore più calde decisamente quelle dalle 2 alle 5 di pomeriggio). Scopriamo poi una piazza che si appoggia interamente su una sorta di parquet di legno e meraviglioso è il modo in cui le persone si passano le cose...usando i cestini che calano dal balcone di casa pieni di tutto e raccolgono di tutto! Ultime foto e poi via in ostello per la cena: ci aspetterà la comida criolla. Sostanzialmente si tratta di un piatto forte a base di pollo (bollito, grigliato nei carboni o alla salsa), maiale, pesce, frutti di mare o aragosta, accompagnato da riso e frijoles (i fagiolini neri), insalata mista, patate fritte (sostituite dalla malanga fritta o dalle banane verdi fritte), e naturalmente frutta fresca e dolce (o formaggio con marmellata) o torta di pan di spagna decorata o budini vari...gnam gnam!!!!
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