martedì 24 maggio 2011












Cienfuegos

Raggiungiamo Cienfuegos, città  snobbata dalla maggior parte dei ragazzi che abbiamo incontrato, ma che invece ci ha dato tantissimo come bellezza e soprattutto esperienza di vita locale. Appena arrivati alla stazione del Viazul, il nostro oste Pepe ci ha subito accolti ed accompagnati nella nostra enorme stanza super climatizzata (quasi gelida) e consigliato l'aragosta per la cena (che si rivelerà davvero gustosissima). Abbiamo poi deciso di affrontare il caldo pomeriggio e di avviarci alla scoperta della città a piedi...la piazza centrale in stile coloniale francese e il favoloso lungomare (lunghissimo mare) fino a Punta Gorda, dove barettini sulla spiaggia fungono da punti di incontro per i giovani (e meno giovani) cubani che si tuffano coraggiosissimi nel mare, partendo da scogli di dubbia stabilità...squisitamente rumorosi e coloratissimi, che non si vergognano di mostrare per niente le loro imperfezioni a qualunque età e dove la moda è una cosa senza senso...
Il giorno dopo, decidiamo di imbarcarci (letteralmente) in un'avventura tutta cubana.Alle 8 di mattina siamo in coda fra centinaia di cubani (noi, gli unici turisti) che aspettano di prendere un traghettino per raggiungere un villaggio dall'altra parte della baia che ha una spiaggia molto frequentata nei weekend; noi scegliamo il Castillo De Jagua, tanto decantato dalla guida... in realtà è un rudere che fa da sfondo ai resti della centrale nucleare e ai prefabbricati che sarebbero dovuti essere gli alloggi per i lavoratori. Una centrale, per fortuna, mai entrata in funzione.
La visita al castello, rivelatasi poi esclusivamente l'unico modo per ottenere qualche peso convertibile dai turisti per la sua manutenzione (giustamente), ci occupa solo una mezz'oretta. Poi un ragazzo ci indica la scorciatoia per la spiaggia, dove trascorriamo tutta la giornata fino alle 3 di pomeriggio tra i locali che mangiano schifezze continuamente e giocano..io assaggio un panino con l'hamburguesa (un surrogato di svizzera con un blocco di carne fritta nell'olio bollente ed adagiato ad arte nei loro panini al latte morbidissimi). Loro hanno solo un tipo di panino, rotondo morbido morbido (il giorno dopo diventa duro come un sasso) ed attaccati fra di loro a sei alla volta, tipo grappolo...
Facciamo il bagno per tentare di refrigerarci dalla temperatura davvero tropicale, ma l'acqua del mare è altrettanto calda, e lo sarà sempre, in tutte le nostre battute marine.
Alle tre, stipati stile barcone di clandestini, rientriamo in città.
Prima di lasciare la città Alessandro fa una capatina (assolutamente necessaria) dal barbiere..un'esperienza unica e divertente! Che bella la nostra Cienfuegos!

lunedì 23 maggio 2011



















seconda tappa: Vinales!

Ci dirigiamo allora verso nord ovest...tappa consigliatissima dalla Lonely Planet del 2008 dicendo che era un piccolo paesino di campagna, oasi di tranquillità e lontana dai  grandi circuiti turistici, dai jineteros (cioè i pulsatori che ti vogliono sempre vendere cose o servizi) e soprattutto con pochi turisti.

Beh appena l'autobus Viazul, le linee per i turisti con i quali viaggiamo (occhio all'aria condizionata: è maledettamente alta!!), arriva alla fermata della città una marea di gente, soprattutto donne alza i cartelli sponsorizzando la loro Casa Particular, almeno una trentina!!! Alla faccia del posto poco turistico. Noi alla fine avevamo già contattato le case tramite un sito fighissimo di prenotazione (www.casecuba.com), che a parte le costosissime telefonate di conferma che facevamo (usando il telefono italiano), non richiedeva nessuna caparra e ti indicava il prezzo, le foto e le caratteristiche dall'habitacion che ti avrebbe ospitato. In più i padroni della casa, ti venivano a prendere in queste fermate del Viazul ogni volta che arrivavi in un nuovo posto, evitandoti di farti largo a gomitate tra la folla degli "offerenti" di case particular.

C'è ovviamente da capire i vari tentativi di avere un turista nella propria casa. Le case particular sono risapute per essere autorizzate da una licenza veramente molto costosa (e quindi super controllata), che dev'essere pagata in Peso Convertible, la moneta che solo viene data ai turisti e che non è contemplata come moneta nazionale e quindi non è la moneta dei salari statali. Il Peso Convertible vale 24 Pesos Cubano (Moneda Nacional) col quale si possono fare favolosissimi affari per gli snack e le bibite comprate in strada o sulle spiagge poco turistiche. Si possono avere scambiando alcuni Pesos Convertibles nelle banche Cadeca.

La nostra Casa Particular, scelta da Alessandro per il suo simpatico nome (Casa de Roberto "El Macho" Valle) e una casa come tutte le altre. Bassa e col tetto appena rifatto l'anno precedente dopo gli uragani stagionali, di colore azzurro e col giardino super floreale e curato. All'interno la nostra stanza conta 2 letti matrimoniali (evviva l'abbondanza!!!), un disimpegno con due sedie, rigorosamente a dondolo come da vera tradizione cubana, e il bagno, con la doccia che fa scendere due gocce bollenti alla volta, stile tortura cinese...Il tutto pulitissimo e decorato con fiori finti made in China...I proprietari ci accolgono nel caldo delle 3 di pomeriggio con un bel piatto di frutta fresca (maturata al sole sui loro alberi in giardino) e un buon succo fresco frullato di Guayaba (Guava). E' qui che conosciamo Udo, un ragazzo tedesco che viaggia da solo e che non parla altro che tedesco e davvero solo 2 parole di inglese (con una pronuncia tutta sua...). Sarà nostro compagno nell'avventura della prima nostra passeggiata immersa nella natura cubana, scoprendo i campi di tabacco, i mogotes (colline) e il ritmo delle vite dei campesinos della zona.

Effettuiamo il Check-in e comunichiamo cosa desideriamo mangiare per cena. Super consiglio: per la colazione e la cena mangiate nelle case! Se non siete veramente dei mangioni e non volete a tutti i costi mangiare carne bovina vi basterà e resisterete senza il pranzo. Nei ristoranti costa un pò di più e dalla nostra esperienza si mangia peggio. Per quanto riguarda la carne bovina: le mucche sono tutte di proprietà statale, ergo solo nei ristoranti statali si può mangiare la loro carne. I contadini hanno il diritto di usufruire solo di una piccola percentuale del latte delle vacche.

Raggiungiamo a piedi il centro naturale dove prenotiamo l'escursione per il giorno dopo a piedi col nostro amico Udo che ritroviamo lì con noi...

L'indomani partiamo con la nostra guida cubana che ci spiega le caratteristiche e le peculiarità della fauna e della flora locale.
Con mia grande sorpresa e con un grande respiro di sollievo di Alle, la guida ci annuncia che non ci sono vespe: gli uragani che investono la regione le hanno estinte! Tipico della regione resta l'avifauna: Il Totì, il Negrito (parenti dei nostri merli e passerotti), il Pitirrì (l'uccellino imitatore che fa fino a 5 diversi versi di uccelli, attranedoli a sè per motivi non troppo conosciuti...) e l'onnipresente Caronero (l'avvoltoio) che ripulisce le strade e non solo da ogni tipo di carcasse...
Anche le piante sono affascinanti: io sono stata colpita subito da quell'erba che qui chiamano Dormidora e che vidi per la prima volta in Thailandia, che si chiude per proteggersi quando la tocchi.Anche la Salvadera è una bellissima pianta: è un vero e proprio albero completamente ricoperto di spine i cui frutti sono noci che, giunte alla maturità esplodono seminando i semi tutti attorno. Sono talmente intoccabili che venivano usate per dividere le proprietà, o meglio, le aree da coltivare...

Bellissima la signora che ci mostra come magistralmente si arrotola un sigaro: tipica cubana con le unghie rifatte lunghissime e coloratissime (tanto delle mani quanto quelle dei piedi). Ci spiega come le diverse parti della pianta del tabacco concorrano a formare rispettivamente il cuore, la forma e la foglia coriacea dell'esterno, e come al contadino spetti solo il 10% della produzione per il suo consumo personale e per la vendita. L'altro 90% è di proprietà dello Stato che lo acquista ogni anno (stabilendone di volta in volta il prezzo) che lo trasporta nelle industrie di trasformazione statali per la produzione e l'esportazione.

martedì 17 maggio 2011






CUBA

Quest'anno mi sono dedicata alla scoperta di una piccola parte di Cuba. Io ed Alessandro abbiamo visitato la parte nord dell'isola.
La prima tappa: La Habana. Una città dai mille volti surreali, con edifici fatiscenti nel loro lato esteriore ma curati al loro interno e soprattutto coloratissimi. La nostra visita è cominciata dalla Plaza De La Revolucion, col monumento a Josè Marti, e i palazzi omaggianti Che Guevara e Fidel. Gli striscioni ineggianti alla rivoluzione socialista, i clacson che suonano in continuazione, i gas di scarico delle auto storiche, fossili dell'embargo americano. Tutto è davvero come si legge che è e subito si ha l'impressione di un grande vuoto. Manca tutto ai nostri occhi: i negozi non hanno cura delle vetrine, i supermercati vendono forse un quinto dei nostri e sono riservati ai pochi che se li possono permettere.





Con il simpatico Coco Taxi, ci siamo fatti un giretto nel Vedado e Nuovo Vedado (i quartieri americani) e ci siamo fatti scaricare nel Centro Habana. Tra le varie curiosità che ci hanno raccontato, quella delle targhe delle auto e quella delle religioni prevalenti. Di targhe ne esistono di 8 diversi colori: le bianche sono quelle della polizia e dei ministri; le verdi, quelle dell'esercito; l'arancione, quella degli stranieri o dei cubani residenti all'estero ma che lavorano a Cuba; quelle nere sono dei veicoli dei diplomatici o di coloro che lavorano nelle ambasciate o nei consolati; le targhe gialle sono private dei cittadini; le azzurre, quelle dei dipendenti pubblici. Inoltre ci sono quelle marroni che sono degli impresari delle imprese governative e le rosse sono quelle che si trovano nelle auto affittate ai turisti. Religiosamente parlando, diversamente da come noi l'avevamo percepita (e cioè, avevamo considerato la religione una cosa piuttosto secondaria nella vita dei cubani), ci hanno detto che i cubani sono prettamente cattolici ma segue al secondo posto ed è sempre crescente la "Santeria" ovvero l'insieme dei riti pagani, prevalentemente diffusi tra i creoli.







Raggiungiamo il Malecòn (il lungo mare) e percorrendone un pò a piedi, passiamo davanti all'ambasciata americana e raggiungiamo il Centro Habana. Lì ci perdiamo nella scoperta delle varie viuzze che circondano il Capitolio e il Prado e poi ci immergiamo nell'Habana Vieja (vero fulcro del turismo e dei gruppi organizzati.) Lì avevamo una missione importante: portare a due signori anziani uno spicchio di parmigiano reggiano che un collega di Alessandro aveva promesso ai due osti dai quali aveva pernottato pochi mesi primi. Le loro facce erano sorpresissime ed incredule e questo stop ci ha permesso di tirare un sospiro di sollievo dall'afa del pomeriggio cubano (le ore più calde decisamente quelle dalle 2 alle 5 di pomeriggio). Scopriamo poi una piazza che si appoggia interamente su una sorta di parquet di legno e meraviglioso è il modo in cui le persone si passano le cose...usando i cestini che calano dal balcone di casa pieni di tutto e raccolgono di tutto! Ultime foto e poi via  in ostello per la cena: ci aspetterà la comida criolla. Sostanzialmente si tratta di un piatto forte a base di pollo (bollito, grigliato nei carboni o alla salsa), maiale, pesce, frutti di mare o aragosta, accompagnato da riso e frijoles (i fagiolini neri), insalata mista, patate fritte (sostituite dalla malanga fritta o dalle banane verdi fritte), e naturalmente frutta fresca e dolce (o formaggio con marmellata) o torta di pan di spagna decorata o budini vari...gnam gnam!!!!

io...

Beh,

da che mondo e mondo sono sicura di una cosa su me stessa...sono brava a gironzolare per il mondo, ad adattarmi a situazioni non troppo convenzionali, ad avere e trasmettere energia nella scoperta di novità.

Ho visitato molti paesi, anche da sola, e non resisterei tanto tempo senza respirare nuova aria, e vedere nuovi mondi. Rigorosamente zaino in spalla, viaggiando tra la gente e a diretto contatto con la natura.

Viviamo in un mondo grande, seppur percepito piccolo, vario e troppo sconosciuto. Non bisogna averne paura, ma solo dargli tanto rispetto.

Ne uscirete arricchiti così tanto da stupirvene e da letteralmente sentire il vostro cuore che batte forte nel petto e l'adrenalina che scorre in modo così potente da esplodere al di fuori del vostro corpo ed avvolgere chi vi circonda...e prometto che vi accorgerete che anche gli altri lo sentono!

Siate aperti alle esperienze, non chiudetevi tra le vostre "sicure quattro mure": chi non risica, non rosica, mai!!!

inizio....

Ho deciso che devo iniziare questo blog da un ringraziamento importante.

Innanzitutto alla vita stessa che mi ha sempre regalato tantissime possibilità di felicità, fortuna e amore. Che non mi ha mai punito degli errori che ho commesso e mi ha sempre fornito moltissime chances, angeli custodi, esperienze e conoscenze.

Devo ringraziare anche i miei genitori che hanno sempre creduto in me e mi hanno appoggiata nelle mie scelte.

Ai miei amici passati, presenti e futuri...chiedendo scusa se talvolta non sono stata all'altezza.

Ad Alessandro, il mio valore aggiunto, la persona che mi ha fatto ricordare l'amore, quant'è bello ed emozionante quando è incondizionato e vero...