lunedì 13 febbraio 2012

Istanbul in 2 giorni d'inverno (21-23 genn)

L'avventura è cominciata da una protratta ed insistente minaccia ad Alessandro, la cui unica colpa era stata quella di chiedermi: "Cosa posso regalarti per il tuo compleanno?". Da lì la mia costanza, che emerge quasi esclusivamente quando il viaggio è lo scopo di questo importantissimo dispendio d'energia, ha obbligato il povero moroso paziente ad organizzare il tutto (ed in più in segreto). Ogni sera al rientro a casa le prime domande erano: "Tutto bene oggi al lavoro?"; "Hai prenotato il volo?"; "Ma insomma ti vuoi decidere?". Ad ogni modo è stato bravissimo e con pochi euri abbiamo trovato un last minute di € 280 a persona, volo e pernottamento con prima colazione. La colazione è fondamentale quando è continentale. Trovi tutto quello che desidereresti comprare per la tua colazione ma o non ne hai il coraggio o non ne hai il tempo. Io, reduce da mesi passati in paesi anglosassoni, valuto la colazione di vitale importanza: innanzitutto è super divertente; vedi gente in stile borghese ed aria nobile che letteralmente si lancia sul buffet, con fare da avvoltoio e crea sconvolgenti grattacieli di cibo sui piatti, che come un giocoliere un pò inesperto ripone sul tavolo, dove il resto della famiglia lo attende lanciando sguardi al bottino per poi elegantemente sorvolare sulla situazione e riprendere a chiacchierare. Ma soprattutto è una bellezza per gli occhi: dolce, salato, latte, caffè, verdure, wurstel...pane tostato! E soprattutto hai tutto il tempo per godertela e trovare uno spazio per un piccolo assaggio di ogni cosa! Per me, è quell'attimo che mi fa staccare dalla routine e che mi fa capire che sono in vacanza.   L'aereo non rende proprio l'idea, oltre al fatto che il decollo e l'atterraggio sono due di quelle cose (come il dentista) a cui non riesco ad abituarmici.
Tornando a noi, ci svegliamo sabato alle 4 del mattino e andiamo a parcheggiare nei pressi dell'aeroporto di Bologna. Abbiamo optato per il P4, che è più lontano ma ci fa risparmiare parecchio; inoltre, il servizio navetta è sempre attivo e ci porta in aeroporto in meno di 2 minuti. Facciamo il check-in e saliamo con volo Alitalia prima per Roma poi per Istanbul. Arriviamo in città poco dopo mezzogiorno, e decidiamo, consultando la preziosissima guida prestataci da Esther (grazie mille!) di raggiungere l'hotel in metropolitana. Per chi viaggia in modo economico la metro è favolosa! Bisogna fare un solo cambio per raggiungere Sultanhamet o comunque Sirkeci, dove stavamo noi, e più precisamente a Zeytinburnu o a Aksaray ed il gioco è fatto! Davvero conveniente! Si comprano 4 gettoni (2 per ogni tratta) per l'andata e altrettanti per il ritorno. Entriamo in albergo, gentilissimi e super disponibili (anche troppo!), ma noi non abbiamo voglia di perdere tempo ed usciamo con una pioggia scrosciante di quelle che bagnano davvero. Arriviamo a Topkapi ma chiuderà di lì a un'ora e decidiamo di lasciarlo per il giorno dopo. Entriamo in piccoli mausolei situati tra il palazzo e Aya Sofia, gratuiti e sorvegliati, ed è la prima vera dimostrazione che siamo a stretto contatto con un'altra cultura, con un'altra storia che si mostrano davanti ai nostri occhi!




Uscendo passiamo davanti ad Aya Sofia, splendida nella sua imponenza, ma già chiusa alle 17. Proseguiamo ad ogni modo la visita del quartiere di Sultanhamet, che è davvero molto concentrato nelle sue attrazioni. E siamo fortunati perché la meravigliosa, direi il must di Istanbul, Basilica Cisterna è aperta fino alle 18. Ci catapultiamo dentro, felicissimi di toglierci dalla pioggia incessante e anche di continuare a dare un senso al nostro vagabondare a caso, aspettando, di sbattere il muso contro un monumento; per tutti i viaggiatori con la testa fra le nuvole: questo è il luogo che fa per voi!
Entriamo e questo è lo spettacolo che ci si presenta: una vera e propria cisterna, costruita da Giustiniano nel VI secolo d.c. per immagazzinare acqua per i periodi di guerra..




Emozionati e stupiti da tanta bellezza decidiamo di proseguire: andiamo incontro alla Moschea Blu, resistendo alla tentazione degli innumerevoli ambulanti che vendono un sacco di buone cose: dalle caldarroste alle pannocchie grigliate, dai bretzel (o comunque la sua versione turca), al succo di melograno o al Salep (vi spiegherò dopo cos'è questo nettare degli dei!). Purtroppo, arrivati lì, è orario di preghiera e le porte sono chiuse da pesanti tendoni e circondate da innumerevoli cartelli che ti spiegano che non è il momento giusto per entrare...


Una veloce visita alla piazza dell'Ippodromo e voliamo a mangiare (che fame!).



Domenica 22, rinfrancati da uno splendido sole partiamo di buon'ora. Alle 8 siamo a fare una colazione da imperatore, come preannunciato qualche riga fa e partiamo dalla vista al Palazzo Topkapi, famosissimo per i suoi tesori ed il suo Harem.
Sottolineo per coloro che vorrebbero basarsi sui miei tempi di viaggio che nelle visite ai monumenti, quando non obbligatorie, non partecipo a visite guidate, né tanto meno mi avvalgo dell'utilissima (quanto noiosissima, a mio avviso) audio-guida! Inoltre non amo sostare nei cafè o nei negozi dei musei e dei monumenti (che trovo sempre terribilmente più cari dei deliziosi negozi per strada); il tutto rende le visite decisamente più brevi! Tornando a Topkapi: questi sultani si trattavano proprio bene! Guardate anche il mio Alessandro con quale nonchalance passeggia tra le stanze e i giardini di questa opulenta residenza (e anche tra gli asiatici)!




Inframmezziamo le visite agli edifici con quelle all'esterno e ci godiamo, assieme ad altri particolari visitatori, questa meravigliosa vista sul Bosforo e sulla parte asiatica di Istanbul. Il tempo non ci consente di partecipare alle famosissime crociere sul Bosforo, per cui lo salutiamo da qui!









Proseguiamo all'interno del Palazzo, addentrandoci nell'harem.





La seconda tappa della giornata è ovviamente Santa Sofia, che ognuno di noi conosce dalle scuole medie, dalle raffigurazioni dei mosaici bizantini, che avevamo nei libri di storia dell'arte. L'ambiente è solenne, aperto, imponente e mozzafiato. Altra cosa: Istanbul è piena di gatti!










Tentiamo un'altra volta di entrare in moschea blu, ma capiamo che il canto del muezzin, che risuona spessissimo durante la giornata, aveva richiamato i fedeli alle preghiera.


Andiamo allora a visitare l'università e il bazar russo (o bazar delle spezie) in quanto il Gran Bazar è chiuso alla domenica e ci perdiamo nel quartiere di Eminonu prima di goderci la passeggiata attraverso il ponte di Galata ed il Corno d'Oro, ammirando i numerosi pescatori che si danno proprio da fare nella pesca allo sgombro, largamente utilizzato nella cucina locale e nei super fast food tradizionali.





Ammiriamo le abluzioni che precedono l'entrata dei fedeli in moschea. Vi avverto, ci saranno stati 8 gradi!









  Eccoci a Beyoglu, presso la Torre di Galata, fondata dai genovesi che avevano qui a Istanbul una colonia d'oltremare.


La Torre si trova in cima ad una collina e l'intero quartiere è in forte pendenza, tant'è vero che hanno costruito  una funicolare per agevolare lo spostamento, accanto all'ordinaria rete del tram. Noi siamo coraggiosi e facciamo tutto a piedi ma oggi non resisto alla tentazione delle bontà che offrono gli ambulanti: un dolce ben fritto, avvolto nello sciroppo ed un Salep, una delle bevande dolci più gustose mai sentita. Viene servita bollente e molti dei carrettini che la vendono (li riconoscerete, hanno una sorta di teiera molto grande color bronzo che sbuffa vapore) espongono gli ingredienti: latte, miele, zucchero, bulbi d'orchidea (usati come una farina per rassodare la bevanda, che ha la consistenza della cioccolata in tazza) e cannella. E' deliziosa, ve l'assicuro e se capitate qui nei mesi freddi, provatelo: è sensazionale!
Proseguiamo poi fino al Palazzo Dolmabahce, rigorosamente a piedi, costeggiando il Bosforo..




La giornata si conclude con la solita canonica cena vicino all'albergo (Asur hotel, prenotabile anche con booking.com, consigliato per la posizione e la colazione: come standard delle stanze, anche se onestamente non me ne intendo ed ho una soglia di sopportazione altissima,  immagino si equivalga all'offerta della zona) ed un pò di televisione in camera (grazie al satellitare!).

L'indomani ci svegliamo alla solita ora, per far colazione e fare il check-out: avendo solo 2 giorni abbiamo portato solo un leggero bagaglio a mano, quindi abbiamo proseguito nella nostra ultima missione: la moschea blu (che è diventata più una sfida che altro) ed il Gran Bazar...e ce l'abbiamo fatta!








E cosa ci resta da dire se non: "Istanbul, we love you!"