mercoledì 16 novembre 2011

CAMINHO PORTUGUES DE SANTIAGO - CAMINO DE FISTERRA

Come qualche anno fa (ormai nel lontano 2007-2008: vedete il mio blog alicenomoreinchains.splinder.com) questo settembre sono riuscita  a fare una di quelle vacanze stile itinerante come solo a me e a mia madre piacciono. Alessandro mi aveva già comunicato, con democrazia ed estrema dolcezza ed altruismo, che non sarebbe venuto con me in quest’avventura (vacanza). L’idea di passare la giornata interamente a camminare fra campi, parlando esclusivamente con se stessi e con i pochi altri pellegrini, senza stress (quasi da sfiorare la noia della lentezza) ma soprattutto senza negozi di dischi, non lo attraeva per nulla. Allora mi disse che le ferie non gliele avrebbero date, il che lascia poco spazio alla controbattuta, ma d’altronde meglio così…bisogna lasciare un po’ di spazio tra due persone ogni tanto. Vivere in simbiosi può diventare molto noioso e poco stimolante per entrambi.

Beh, bando alle ciance. Venerdì 16 io e la mamma ci facciamo accompagnare da mio padre all’aeroporto di Bologna: lui già pronto in camper, direzione mare, barche, pesci e altrettanto felice di liberarsi di noi per un paio di settimane!!!!
In effetti, sia per Alessandro che per papà durante quest’estate noi donne siamo state un po’ pesanti ed insistenti con le sempre più frequenti e più lunghe passeggiate, nelle quali esigevamo la loro presenza fintamente spronandoli a fare sempre di più, e cercando di convincerli che anche loro potevano farcela! Ma sotto sotto, in fondo in fondo, non gliene fregava proprio nulla, cercavano solo di farci contente e farci sentire più forti e preparate!
Baci, abbracci e raccomandazioni ma io e mia madre siamo già in aereoporto con i nostri zaini. Li riapriamo e ne facciamo uno pieno zeppo di roba (il mio) che imbarcheremo, mentre l’altro piccolo e leggero lo useremo come bagaglio a mano. Con la Ryanair, in meno due ore siamo arrivate ad Oporto, e nel men che non si dica (una mezz’ora) siamo nel centro della città.
Ci rechiamo immediatamente al centro turistico situato al lato della Sé Catedral per far timbrare le nostre credencial a riprova del nostro arrivo ed inizio del pellegrinaggio.





Nell’albergo che avevamo prenotato da un sacco di tempo alloggiamo in una stanza deliziosa ( che abbiamo pagato veramente una fischiata)! Prepariamo il tutto per l’indomani, facciamo il carico d’acqua e di spuntini almeno per la colazione e andiamo a letto con le galline..

1° TAPPA OPORTO – S.PEDRO DE RATES – BARCELINHOS  -30 KM

Alle 7 ci svegliamo e prendiamo la metro. Alla fine ci hanno consigliato diversi itinerari e noi facciamo un po’ di testa nostra. Ad ogni modo la maggioranza dei pellegrini non esce da oporto a piedi, ma consigliano di prendere la metro per evitare la zona industriale. Chi dice di prendere la metro rossa fino a Vilar Do Pinheiro, chi di prenderla fino al capolinea, cioè a Povoa De Varzim; noi decidiamo di prenderla fino a Santa Clara, e scendere nella località Vila Do Conde. Da lì, dobbiamo ricongiungerci al caminho portugues che passa più ad est…non ci sono segnali ma alcuni angeli custodi e due indicazioni sulla mappa ci portano sulla giusta strada.




Una strada con le prime frecce gialle ci porta a São Pedro De Rates, un tipicissimo paesino portoghese di architettura romanica. Prima vero punto indicante che siamo sulla giusta strada!


Riprendiamo il cammino passando per vigneti e fattorie e veniamo accolte a festa da un gruppo di meravilgiosi contadini che ci annunciano che siamo quasi arrivate a Barcelos!


Andiamo a dormire nell’albergue municipale che è a Barcelinhos, nella casa della cultura, dove il gruppo folkloristico locale fa le prove dei balli tradizionali fino a notte fonda….ma per fortuna è accanto ai bombeiros, e alla Cruz Vermelha, per cui ci sentiamo davvero protette. Una visita alla città con i suoi galletti ed una cena che sono qui a promuovere con il massimo dei voti.
Un’ottima bistecca con tanto di contorno, un bicchiere di vino a solo € 3,50!




Se capitate da queste parte andateci a mangiare, sono veramente delle ottime persone!!!




2° TAPPA BARCELOS – PONTE DE LIMA 33,6 KM

La partenza del secondo giorno non è delle migliori. La strada dopo appena un po’ di tenera campagna in piano, comincia a salire con una salita non così ripida ma costante ed un po’ dura nelle prime ore del mattino. Ci riposiamo e mangiucchiamo alcune noci raccolte da strada ed attendiamo che gli zuccheri ricircolino un po’ per il corpo, poi ripartiamo.







Per fortuna il percorso della giornata ci riserva un ricco ventaglio di splendidi paesaggi campestri , paesini persi nel tempo, poche strade, niente auto o via vai di gente. Ammiriamo da vicino il lavoro duro dei campi in tutte le stagioni, qui ed ora la raccolta del mais e dell’uva per la vendemmia, all’impegno anche dei giovani nei lavori più umili, alla semplicità e alla saggezza di questa gente.  Facciamo un pieno dei colori brillanti dei luoghi e lodiamo la superiorità della natura, che qui viene sapientemente rispettata, grazie probabilmente anche alla presenza del turismo dei pellegrini che necessita di una tutela di ampio raggio lungo le vie del cammino.






Da lontano intravediamo poi il ponte che attraversa la città della seconda nostra tappa: Ponte DeLima, dove ci godremo la meraviglia di una festa paesana che ci accoglie fin da subito..notate la testina dell’omino che ha deciso da far parte della statua di bronzo dei musicisti..










3° TAPPA PONTE DE LIMA – RUBIÃES 18,1 KM

La tappa meno impegnativa che ci si prospetta oggi è un vero toccasana per noi e consente di affrontare al meglio anche il cambiamento d’altitudine: l'unica distrazione è un meraviglioso bosco di erica e pini dall'aroma così forte e balsamico difficilmente descrivibile a parole e non riproducibile nei nostri boschi (forse solo quelli in Sardegna e Liguria, dove ci sono anche gli eucalipti). L’odore davvero ti solletica le narici e la gola.
Molte delle strade che passiamo sono strade di origine romana, come ci mostra il simpatico simbolo che spesso ricorrerà sul cammino: la biga!
Raggiungiamo presto il paesino di Rubiães: l’albergue, la chiesa, il cimitero, 2 case ed un bar – supermercato ad 1 km di distanza…






 Un piccolo incidente di percorso...






4° TAPPA RUBIÃES – TUI 17 KM

Con questa tappa attraversiamo il confine. Lasciamo a Valença il Portogallo ed entriamo nella Galizia spagnola a Tui.
Molti dei pochi pellegrini che sono partiti da Oporto ci lasceranno qui, ma anche se con alcuni di loro ci rivedremo più avanti questa tappa è simbolicamente una tappa di unione con gli altri, ad ogni incontro c’è un saluto, una battuta ed un abbraccio più lunghi dei soliti, anche perché dopo qualche giorno le facce diventano più conosciute e costanti, com’è nell’esperienza di Santiago…






Arriviamo all’ostello di Tui, a mio avviso il più caratteristico di tutti, situato nelle vecchie vestigia della chiesa, simbolo di religiosità assoluta; ma di quella spirituale, accogliente, umile e per tutti…un po’ di commozione e un viaggio nel tempo verso la scoperta di questo delizioso paesino di confine.










 5° TAPPA TUI – MOS – REDONDELA 31,2 KM

Questa tappa ci ha riservato parecchie sorprese. Partendo a fare questo genere di camminata a fine settembre (nonostante le temperature decisamente estive) io e mia madre pensavamo che saremmo state le uniche “pazze”, o comunque poche matte a rischiare di trovare il gelido autunno dell’atlantico ed invece abbiamo rischiato di rimanere fuori dall’albergue municipal, poiché abbiamo preso gli ultimi dei 50 posti disponibili. Un sacco di persone sono apparse dal nulla ( a dire il vero sono partite da Porriño, la cittadina dal Palazzo comunale in stile coloniale della foto qui sotto) e si sono affollate nella prima cittadina un pò grande che abbiamo incontrato.









D’altra parte perdiamo i fedelissimi del cammino portoghese a Mos, non tutti sono disposti a camminare sempre 30 km al giorno come noi, ma col senno di poi avremmo potuto fermarci pure noi, evitando la caotica città e soprattutto l’affollatissimo albergue.



I paesaggi galiziani non sono così differenti da quelli portoghesi, nemmeno nelle condizioni delle fattorie o delle cittadine. La vegetazione è la medesima e appena passati il confine anche il dialetto galiziano è praticamente identico al portoghese del Portogallo. Soltanto allontanandosi dal confine il dialetto si rivela come una lingua latina a sé stante, un vero mix tra portoghese e spagnolo ed anche tutti i cartelli e i segnali sono scritti nel dialetto galiziano, come vuole la mentalità spagnola di proteggere le differenze regionali e la loro autonomia.




6° TAPPA REDONDELA – S.MAMEDE DE PORTELA 29 KM

Desiderose di riprenderci la nostra pace, che fino ad ieri aveva contraddistinto il nostro cammino, consultiamo la guida e notiamo che oltre Pontevedra (quella segnata come tappa successiva), ad una distanza accettabile, c’era un piccolo albergue municipale, senza letti ma con tappeti a terra, che senz’altro non sarebbe stato scelto da altri (Pellegrini sì, ma fessi poi no!).
Ormai decise ci incamminiamo: incontriamo subito un muro formato dalle conchiglie dei pellegrini, coi loro messaggi per spronarti e darti forza, ma anche di desideri personali; ad ogni modo lo spettacolo che la foschia, diradandosi, lascia allo scoperto è senza fiato…e scendiamo subito a vedere il paesino..



Incontriamo e salutiamo il nostro amico “Gerard”, che non si chiama Gerard e ci scusiamo per questo, ma che teneramente ricordiamo per la sua goffaggine ed il suo altruismo nell’organizzare feste di compleanno a sorpresa negli albergue. L’abbiamo rivisto poi solo una volta arrivate a Santiago, poi stop. Buen Camino!

Pranziamo velocissimamente a Pontevedra, sulle scale con un vento che portava via…





Ripartiamo ed arriviamo distrutte in questo posto vuoto e tranquillo, nessun pellegrino ci ha raggiunto quella sera e nemmeno l’hospitalero, quindi ne abbiamo approfittato per fare la “lavatrice” di tutta la nostra roba, accomodarci dove credevamo meglio e senza pagare un euro!…Passando 2 pellegrini che sono andati a dormire nell’albergue successivo (lontanissimo a 7 km più in là…pazzi da legare..) ci avevano chiesto se l’albergue dov’eravamo fosse pieno. La nostra distesa di panni aveva fatto davvero colpo!






7° TAPPA SAN MAMEDE DE PORTELA – PADRON 30 KM

All’albergue successivo ci fermiamo a fare il sello (il timbro) che la notte prima nessuno era venuto a farci: è purtroppo molto importante questa prassi poiché è come la tua prova che hai davvero camminato verso Santiago e non ti sei fatto portare da autobus o taxi o altro. E’ importante se ti interessa ricevere la Compostela a Santiago ossia il certificato del tuo pellegrinaggio, religioso o ateo che sia. Sembrerà pure una fesseria ma è psicologicamente magico il momento della consegna della Compostela e se conti i chilometri passati vedi che ne hai fatta di strada!

La temperatura è un po’ più bassa di notte ma con i meravigliosi sacchi a pelo non la sentiamo e anzi, la mattina giochiamo un sacco con la brina e le magnifiche sculture che fa!





Ecco la vera unica differenza tra i paesaggi galiziani e quelli portoghesi: gli “Horreos”, ossia i granai, dove vengono immagazzinati i cereali per farli seccare o conservare. La particolarità sta nelle pietre ovali o completamente piatte alla loro base: con questa forma infatti non permettono ai topolini di raggiungere l’interno e quindi di fare una scorpacciata del duro raccolto.

Raggiungiamo Padròn, silenziosa ma affascinante cittadina a soli 25 km da Santiago, caratterizzata dai suoi monumenti romanici, del Suo calvario, dal Suo fiume pieno di pesci ed abitato dalle più grosse oche mai viste!
Specialità gastronomica del paese sono i peperoni di Padron, normalmente dolcissimi, ma con la sorpresa piccante…uno ogni 20 è super hot! Fortunato chi se lo piglia…







8° TAPPA PADRON – SANTIAGO DE COMPOSTELA 25 KM

Ultima tappa del cammino portoghese di Santiago, per noi un gioco, uno scherzo. Siamo già arrivate. Non è stata dura come nel 2007, quando impiegammo un mese esatto per percorrere il cammino francese. E, per noi, 25 km, non erano poi così tanti. Siamo arrivate presto a Santiago, la cosa bella di quella città è che ha tenuto lontano la periferia industriale dal centro e quindi non la si attraversa; dopo appena un paio di chilometri di case e periferia arrivi alla Piazza Obradorio, dove capisci che sei proprio arrivato.








Il bota fumeiro. L'incensiera che un tempo veniva fatta oscillare abbondantemente all'arrivo dei pellegrini, sopratutto per coprire i cattivi odori, ma soprattutto per "sterilizzare" l'ambiente.

Un via e vai di pellegrini, tante feste e la cosa più divertente di tutte…guardate questo Signore…

Secondo voi perché è sdraiato?? Perché altrimenti la Cattedrale non sta nella foto!


Una partitina a carte nell’albergue la sera..

E di nuovo la festa della città!







9° TAPPA SANTIAGO – NEGREIRA 22 KM

Abbiamo ancora qualche giorno a disposizione e facendo 2 calcoli decidiamo di seguire di nuovo la freccia gialla che da Santiago ti porta a Finisterrae (o Fisterra in Galiziano) o Muxia.
Ci allontaniamo di nuovo dalla città passiamo attraverso paesini deliziosi e perfettamente integrati con la natura che li circonda, scopro anche com’è fatta la pianta dei Kiwi, mai vista una prima d’ora! Arriviamo presto, visitiamo la cittadina e ci curiamo le ferite!











10° TAPPA NEGREIRA – OLVEIROA 33KM

Una tappa completamente immersa nella campagna. La cosa divertente è che ci siamo messe ad un lato della strada dopo che le mucche erano passate (ed avevano lasciato i loro ricordini qui è là) per mangiare il nostro panino e il passaggio dei trattori ci ha spruzzate circa 3 volte…beh, tutta natura.
Olveiroa: tre case, 1 albergue municipale, 1 albergue privato, 2 Bar e la chiesa col cimitero e gli horreos…













11° TAPPA OLVEIROA – FINISTERRAE 30,5 KM

Finalmente vediamo il mare. E finalmente piove! Non che morissimo dalla voglia di camminare sotto alla pioggia, ma ci ha perlomeno riportato alla realtà del periodo prescelto.
 I trenta gradi costanti ci hanno fatto guadagnare un po’ di abbronzatura del pellegrino (invidiabile, eh?)

Ma nel tardo pomeriggio diventava davvero pesante, una rinfrescatina era necessaria per noi, così come per la terra…La visione dell’oceano è stata paradisiaca, la visione della prima cittadina Cee liberatoria. Lì abbiamo trovato un supermercato dove ho mangiato una delle cose più buone di sempre: una baguette appena sfornata, calda, che si scioglieva in bocca. Non c’era bisogno di masticarla tanto era soffice..davvero ottima!
Andiamo avanti e raggiungiamo Finisterrae, con una favolosa camminata sulla spiaggia dalla sabbia cristallina.






Finisterra in realtà non finisce qui, ma al faro..ed io e la mamma ci incamminiamo dopo aver lasciato il fardello dello zaino nell’ostello, aver fatto una bella doccia e aver mangiato un bel pacchetto di patatine fritte (la mia golosità non ha mai fine). Accompagno mia madre al parco giochi dove, a detta sua, ci sono gli attrezzi per far fare ginnastica agli anziani (questo si avvicina un po’ più ad uno strumento di tortura medioevale secondo me!)..

Ed ecco il faro con la pietra del Km 0,00!







12° TAPPA FISTERRA – MUXIA 31 KM

Grande diatriba aperta recentemente all’interno dei responsabili dei cammini di Santiago è quella inerente al vero punto finale del Cammino. Si sostiene che anche Muxia fosse una delle mete di fine pellegrinaggio come Finisterrae ed anche qui a Muxia, i pellegrini arrivavano, vedevano che la Terra finiva e quindi tornavano a Santiago a venerare nuovamente il Santo. Per far pace tra Montecchi e Capuleti, ehm, tra queste due cittadine, le visitiamo entrambe, ovviamente arrivandoci a piedi, per ottenere anche in entrambe le località la Compostela. Ebbene sì, è un bel marketing! Ma giusto così, perché Muxia è davvero meravigliosa. Facciamo la  passeggiata con la nostra nuova amica pellegrina argentina Silvia che alla veneranda età di 59 anni ha fatto la maratona di New York! Ed è tutto…eccoci arrivate: 330 km di strada!
Salute!