mercoledì 8 giugno 2011

Trinidad e La Boca

Decidiamo di trascorrere gli ultimi giorni al mare. Scegliamo quindi una casa particular a La Boca, anzichè una nella super turistica Trinidad. Scelta che si rivelerà azzeccatissima per un sacco di motivi.
Innanzitutto il paesaggio caraibico. Il mare meraviglioso e le spiagge tranquille e poco affollate.



Siamo ospitati alla Casa Hostal Vista al Mar, gestito da Manolo, Silvia aiutati dalla figlia Maria Terese, un consiglio spassionato per chiunque capiti da quelle parti. Ottimo cibo, un porticato con le immancabili sedie a dondolo per godersi un buon libro o lo splendido tramonto durante il quale escono in mare aperto i pescatori, che rientreranno al mattino successivo organizzando alle 6 un chiassoso mercato di vendita del pescato. Immaginatevi mille lanterne, grandi come lucciole che risplendono fino all'orizzonte nel buio mare di notte e che creano un'atmosfera magica e fiabesca che rinfranca il cuore ed alimenta la mente con immagini realmente eterne...purtroppo da scarsi fotografi ( e con scarsi mezzi) non riusciamo ad immortalare quella immagine, ma non tutto il male viene per nuocere: sarà un'immagine solo nostra, irriproducibile.
La Boca è anche un luogo molto famoso tra i cubani, anche perchè l'unica via del paese conta poche case di famiglie e altrettante case ed un grande hotel statali. Questi fungono da colonie per i lavoratori nel settore delle costruzioni e delle loro famiglie.


Impariamo e notiamo sempre più cose: ad esempio ogni famiglia ha in giardino una gabbietta con un uccellino (un merlo, un passerotto, ..) che viene tenuto come porta fortuna; La Boca ha il suo cocktail tradizionale chiamato Canchànchera, ossia un mix di rum, miele, limone e acqua. Ovviamente non esistono quasi le buste di plastica e le cose usa e getta. I telefoni pubblici sono utilizzati tantissimo, sia effettivamente, sia come luogo di incontro. La gente acquista delle schede con il proprio codice che impara subito a memoria, tanto che noi abbiamo chiesto quale magia nascondessero i telefoni, dove la gente arrivava, componeva e parlava, senza aggiungere monete o senza tessere alcune...

Il secondo giorno qui decidiamo di visitare la spiagga di Playa Ancon, decantata dalla guida e da un amico di Alessandro che ce l'aveva super consigliata. Sicuramente meravigliosa ma troppo popolata da alberghi ed ombrelloni e gente che nemmeno si alza per andare al bar e paga la commissione ai ragazzi che si sono inventati il mestiere di "cameriere fra gli ombrelloni"...





L'indomani è la volta della visita alla città di Trinidad. Non partiamo sotto i migliori auspici. Già da qualche giorno Alle accusa dolori nella zona renale/intestinale ed il caldo si fa sentire tantissimo. Mentre giriamo per la città tentando di goderci al massimo la tipicità di questa rinomata cittadina coloniale, veniamo superati da orde di gruppi organizzati con le urlanti guide al seguito.





Ad un certo punto Alessandro non ce la fa più e corriamo alla clinica della città: la dottoressa lo visita e lo cura fino a darmelo quasi nuovo (durerà poco come sempre ovviamente, ma intanto siamo a posto fino al ritorno...o quasi). Vinciamo anche un viaggio in prima classe sulla fantasmagorica ambulanza cubana: l'ambulanza con meno presidi che abbia mai visto! Alla fine siamo contanti di aver dato dei soldi nel luogo giusto...e questa "scusa" ci ha evitato uno stress agorafobico!


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